Volubils 2014
Come il nome stesso rivela, è l’incostante, il mutevole volgersi e s-volgersi dei materiali. È l’ordine asserito e negato allo stesso tempo, la necessità dialettica di dare forma (una forma spazialmente e geometricamente definita) all’“informe” della materia, che si plasma nei suoi rapporti interni.
Più che l’esito, è il processo per creare una struttura stabile che ha rilevanza, il modo imprevedibile in cui le materie si assestano, la consapevolezza d’inciampare in un mondo che ha sorprese. Cemento e cera non sono fatti per incontrarsi, eppure, nonostante siano estremamente diversi per qualità fisiche e cromatiche, vengono forzati in una forma geometrica regolare e primitiva, secondoun principio compositivo ben definito in precedenza. Consistono simbioticamente in un cedevole equilibrio che riflette la tensione tra l’atto corporeo e intimo del creare e la solo apparente “freddezza”, restituita dalla forma squadrata, a volte modulare e ripetuta.
Tutte le opere della serie investono una spazialità ben definita, solida, possente, eppure sempre cangiante, “interrotta” dalla cera che sembra sorprendentemente resistere alla possibilità del suo stesso sgretolamento. Ogni scultura resta come testimonianza di un’azione. Testimonianza della sua stessa materialità. Della contingenza del gesto, che pure cerca permanenza nella forma.